Il Ten. Colonnello pilota Ottone Sponza, nato il 21 settembre 1919
a Rovigno, iniziò la carriera nella Regia Aeronautica per passare
poi agli aerosiluranti, entrando a far parte della squadriglia comandata
dal Cap. Carlo Faggioni, di cui fu fedele gregario. Partecipò a
varie missioni, tra cui l’attacco contro Gibilterra, contrastando così
lo sbarco degli Alleati in Sicilia.
L’11 settembre 1943 partì per la Sardegna ma, all’altezza
delle Bocche di Bonifacio, venne attaccato da caccia tedeschi e costretto
all’ammaraggio. Rispose quindi alla chiamata di Faggioni per arruolarsi
nell’Aeronautica Nazionale Repubblicana. Il 6 aprile 1944, durante un volo
di trasferimento, i 13 aerei del gruppo furono attaccati da una formazione
nemica. Sponza, con l’aereo crivellato, riusciva ad atterrare, salvando
ancora una volta il suo equipaggio. Il 10 aprile veniva abbattuto nel mare
prospiciente Nettuno, durante una missione in cui caddero i Capitani Faggioni
e Valerio con i rispettivi equipaggi.
Fatto prigioniero, venne condotto a Napoli per l’interrogatorio
di rito. Affidato "alle cure’’ di un Sergente della Military Police
che indossava guantoni da boxe, fu trovato seduto su una sedia mentre l’interrogatore
giaceva svenuto. Gli Alleati lo spedirono dapprima a Biserta (POW Camp
113), da cui tentò la fuga e quindi fu trasferito negli USA al POW
Camp di Hereford (quello per i non cooperatori), da cui tentò la
fuga altre due volte. Venne rimpatriato nel 1946.
Nel dopoguerra, non accettando l’amnistia, volle essere processato,
venendo però assolto e reintegrato nei ruoli, con riconoscimento
delle promozioni. Moriva a Trieste il 18 gennaio 1996.
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